Cos’è il diritto dell’immigrazione e di cosa si occupa
La tutela degli stranieri che si trovano sul territorio nazionale rappresenta sicuramente un argomento complesso ma importantissimo al tempo stesso.
Le leggi sull’immigrazione, infatti, sono quasi sempre molto tecniche e difficili da comprendere, il che impone di avere una vasta conoscenza dell’intero diritto dell’immigrazione.
Quest’ultimo viene normalmente definito come quella branca del diritto che si occupa di tutto ciò che concerne l’immigrazione; è dunque grazie ad esso che vengono garantite la necessaria tutela e la giusta assistenza a tutti coloro che fanno ingresso all’interno del territorio della Repubblica italiana.
Storicamente il diritto dell’immigrazione si è sviluppato intorno agli anni ’80, ovvero nel momento in cui altri Stati dell’Europa hanno iniziato a varare politiche di accoglienza restrittive provocando conseguentemente un aumento dei cittadini stranieri in cerca di rifugio o fortuna nel nostro Paese.
Tutto questo ha spinto il legislatore ad intervenire effettuando una vera e propria riforma delle leggi sull’immigrazione e creando una disciplina organica volta a regolamentare il fenomeno in modo compiuto.
- Indice articolo
- Cos’è il diritto dell’immigrazione
- Categorie di immigrazione
- Il processo di immigrazione: le fasi principali
- Ruolo dell’avvocato nel diritto dell’immigrazione
- Aziende e diritto di immigrazione
- Diritti e responsabilità degli immigrati
- Considerazioni finali sul diritto dell’immigrazione
- Come Avvocati per Aziende può aiutarti
- Vuoi una consulenza legale?
Cos’è il diritto dell’immigrazione
Quando si parla di diritto dell’immigrazione, quindi, si fa riferimento a quel complesso di norme che regolamenta proprio il fenomeno dell’immigrazione in Italia.
Tale branca del diritto raccoglie tutte le norme che sono state varate negli anni per gestire i flussi migratori umani, ovvero il trasferimento delle persone da un Paese diverso da quello d’origine ad un altro.
Lo scopo del diritto dell’immigrazione è quello di garantire la miglior tutela possibile per coloro che decidono di abbandonare il proprio Paese d’origine per approdare, temporaneamente o definitivamente, in Italia; in genere inoltre i motivi che spingono le persone a voler venire nel nostro Paese sono il lavoro, lo studio, la fuga da situazioni politiche difficili e il ricongiungimento con familiari.
Per capire effettivamente qual è il ruolo del diritto dell’immigrazione è fondamentale percorrere le varie tappe che l’Italia ha percorso prima di avere un Testo Unico sull’Immigrazione.
La prima Legge varata sull’immigrazione è la n. 943 del 1986, la quale era focalizzata solamente sugli spostamenti da un Paese ad un altro per motivi di lavoro.
È stato necessario attendere fino al 1990 per poter vedere la prima Legge organica in tema di immigrazione, la cosiddetta Legge Martelli, che ha introdotto per la prima volta interventi di natura sociale nei confronti dei migranti ed ha delineato un sistema di entrata degli immigranti nel Paese basato su quella che viene chiamata programmazione dei flussi d’ingresso attraverso la programmazione di quote massime.
Pochi anni dopo, nel 1988 precisamente, la Legge Martelli è stata superata dalla Legge n. 49 del 1998 ovvero la legge Turco-Napolitano.
Si tratta fondamentalmente della prima legge approvata in condizioni di non emergenza e che prevedeva la delega per l’approvazione del Decreto Legislativo necessario per varare il Testo Unico sull’immigrazione.
Lo scopo del Testo Unico citato era quello di conferire un assetto ordinato a tutta la normativa in materia di immigrazione e, nonostante sia stato più volte oggetto di modifiche e riforme, ancora oggi è in pieno vigore.
Si tratta della pietra angolare del sistema dell’immigrazione, capace di coadiuvare ed integrare la normativa europea e quella internazionale con la normativa nazionale.
Contatta l’avvocato per richiedere ADESSO una consulenza
Categorie di immigrazione
Come anticipato possono essere svariati i motivi che inducono le persone ad abbandonare il proprio Paese per far ingresso in Italia, ed è proprio in base a tali motivazioni che sono state elaborate delle “categorie” di immigranti.
Si pensi, ad esempio, a chi ha abbandonato il proprio Paese per poter lavorare in Italia come lavoratore qualificato, oppure a chi è alla ricerca di un luogo sicuro dove proteggersi da guerre o da regimi totalitari come ad esempio i rifugiati, i rifugiati politici o i richiedenti asilo.
In molti decidono invece di trasferirsi definitivamente in Italia per potersi finalmente ricongiungere con i propri cari e ristabilire così l’equilibrio del nucleo familiare.
Ebbene, il motivo che spinge un soggetto a trasferirsi dal proprio Paese d’origine non è irrilevante da un punto di vista giuridico, anzi come verrà analizzato nel corso dell’articolo, la ragione del trasferimento sta alla base del documento che legittima la presenza di persone non cittadine italiane nei confini nazionali della Repubblica.
Contatta l’avvocato per richiedere ADESSO una consulenza
Il processo di immigrazione: le fasi principali
I cittadini stranieri possono entrare e soggiornare in Italia solo se sono in grado di documentare il motivo nonché le condizioni del soggiorno, oltre alla disponibilità dei mezzi di sostentamento durante il periodo in cui si trovano in Italia.
In definitiva, non possono soggiornare nel nostro Paese coloro che non sono in possesso di questi requisiti oppure che risultano essere una minaccia per la sicurezza nazionale o di uno degli Stati con cui l’Italia ha siglato accordi per la libera circolazione delle persone tra le frontiere interne.
Pertanto, la prima cosa da fare per poter soggiornare correttamente in Italia è munirsi dei documenti richiesti dalla Legge, ovvero il permesso di soggiorno o altro documento di viaggio ed il visto di ingresso a seconda delle finalità.
Il visto va richiesto presso l’ambasciata o presso i consolati italiani presenti nel Paese d’origine del soggetto, viceversa, il permesso di soggiorno va richiesto presso la Questura della provincia in cui il soggetto richiedente si trova.
In Italia è previsto l’ingresso, da parte di soggetti extracomunitari, per soggiorni di breve durata fino a tre mesi, nonché per lunga durata che comportano l’ottenimento del permesso di soggiorno, il quale ha la stessa motivazione che ha il visto, ovvero per visita e/o turismo, per lavoro, per studio e/o ricerca, per famiglia, etc.
Per quanto concerne gli ingressi per motivi di lavoro, sia che si tratti di lavoro subordinato, autonomo o stagionale, questo deve avvenire nell’ambito delle quote d’ingresso ex art. 21 TU stabilite in modo periodico dai c.d. decreti flussi emanati dal Presidente del Consiglio dei Ministri.
Il discorso tende a complicarsi in caso di richiedenti asilo: è infatti possibile presentare la domanda di asilo politico se nel Paese di provenienza si è stati perseguitati per motivi di razza, religione, nazionalità, appartenenza a gruppi sociali oppure per opinioni politiche, o se si ha fondato e provato motivo di ritenere che si potrebbe essere perseguitati in caso di ritorno in patria, così come stabilito anche dalla Convenzione di Ginevra.
In questo caso, la prima fase per poter ottenere lo status di rifugiato è presentare apposita domanda presso l’ufficio della polizia di frontiera al momento di ingresso in Italia, oppure presso l’ufficio immigrazione della Questura competente per territorio laddove non ci fosse un ufficio di Polizia di frontiera.
Dopo aver presentato la domanda, la fase successiva consiste nell’attendere la decisione della Commissione territoriale competente la quale può:
- Riconoscere lo status di rifugiato;
- Rigettare la domanda e valutare, a seconda dei casi, la pericolosità di un rimpatrio del richiedente e chiedere al Questore il rilascio di un permesso di soggiorno per motivi di protezione umanitaria (la cui durata è annuale)
- Rigettare la domanda con invito del Questore a lasciare il territorio nazionale.
In caso di esito negativo, nel caso in cui il soggetto fosse ospitato presso un Centro di identificazione sarà possibile presentare, entro 5 giorni dalla decisione, una richiesta di riesame dell’istanza direttamente presso il Presidente della Commissione Territoriale; l’istanza verrà decisa entro e non oltre 15 giorni.
Inoltre, entro 15 giorni dalla notifica della decisione della Commissione, è possibile presentare anche un ricorso al Tribunale ordinario competente per territorio.
Infine, in caso di riconoscimento dello status di rifugiato, la Commissione rilascia l’apposito tesserino che attesta l’avvenuto riconoscimento, oltre che un documento personale la cui durata di validità è pari a quella del permesso di soggiorno, che permette al rifugiato di effettuare spostamenti, anche all’estero, e di ritornare in Italia.
L’ultima fase, infine, è quella del ritorno in patria del soggetto straniero.
Salvo il caso in cui il soggetto possa restare senza limiti di tempo sul territorio nazionale, ad esempio a seguito dell’acquisto della cittadinanza, una volta scaduto il termine previsto dal permesso di soggiorno o del visto, lo straniero è tenuto a rimpatriare.
In conclusione, per poter ottenere tutta la documentazione necessaria per soggiornare in modo legittimo in Italia, è necessario affrontare iter complessi e farraginosi, pertanto potrebbe essere utile rivolgersi ad un professionista in modo da ottenere assistenza legale per rifugiati o per persone che hanno semplicemente intenzione di soggiornare in Italia per un determinato lasso di tempo.
Contatta l’avvocato per richiedere ADESSO una consulenza
Ruolo dell’avvocato nel diritto dell’immigrazione
L’avvocato specializzato nel settore dell’immigrazione è una figura professionale esperta in diritto degli stranieri e in diritto dell’immigrazione internazionale.
Più precisamente, il suo scopo è quello di assistere i propri clienti in materia di cittadinanza e per tutto quello che concerne l’ingresso ed il soggiorno nel territorio italiano.
Uno dei suoi compiti è quello di tutelare gli stranieri, sia che siano soggetti che appartengono a Stati facenti parte dell’Unione Europea sia che siano soggetti appartenenti a Stati esterni all’Unione che si trovano all’interno dei confini della Repubblica Italiana.
Con riferimento all’acquisto della cittadinanza, gli stranieri che hanno intenzione di acquistarla e che quindi non sono diventati cittadini italiani automaticamente (per nascita, per adozione o per dichiarazione giudiziale/riconoscimento), hanno certamente bisogno di una consulenza con un Avvocato dell’ immigrazione.
Solo così facendo potranno capire cosa fare e dove presentare la domanda per acquistare questo importante status; prima di farlo però è necessario sapere quali sono i requisiti previsti dalla Legge.
La cittadinanza può essere concessa per matrimonio, dopo due anni di residenza e di convivenza nel territorio italiano, per acquisto volontario, ovvero quando il soggetto discende da un cittadino italiano per nascita (fino al secondo grado) ed ha determinati requisiti previsti dalla Legge, come ad esempio l’aver svolto servizio militare nelle forze armate con preventiva dichiarazione di voler acquisire la cittadinanza italiana etc., per naturalizzazione se si risiede in Italia da dieci anni oppure per nascita se nati da persone straniere in Italia a patto che si risieda ininterrottamente e legalmente dalla nascita fino alla maggiore età nel territorio italiano, così come stabilito dalle varie leggi sulla naturalizzazione che si sono susseguite negli anni.
In poche parole, sia nel caso in cui si volesse chiedere il visto, il permesso di soggiorno o la cittadinanza, rivolgersi ad un avvocato specializzato nel diritto dell’immigrazione può semplificare l’iter da affrontare.
Contatta l’avvocato per richiedere ADESSO una consulenza
Aziende e diritto di immigrazione
Il fenomeno dell’immigrazione ha inevitabilmente inciso anche a livello aziendale.
Infatti, l’ordinamento giuridico sanziona aspramente il comportamento del datore di lavoro che favorisca lo sfruttamento del lavoro in nero e vìoli le norme in materia di immigrazione mediante l’impiego di lavoratori stranieri privi di permesso di soggiorno mediante apposite sanzioni amministrative pecuniarie.
Tra l’altro, proprio al fine di rafforzare l’attività di contrasto del fenomeno del lavoro irregolare, il comma 445 dell’art. 1 della Legge 145/2018 ha previsto un aumento delle sanzioni in materia di violazione dei diritti dei lavoratori a partire dal 2019.
Altre conseguenze sono previste sia sul piano civilistico che penalistico; infatti, da un lato commette un vero e proprio reato il datore di lavoro che assume in nero uno straniero senza permesso di soggiorno, mentre dall’altro il lavoratore può chiedere le differenze retributive, straordinari non pagati e il trattamento di fine rapporto eventualmente non pagato.
Per poter assumere in modo legittimo un lavoratore straniero con regolare permesso di soggiorno, è necessario che il datore di lavoro invii al Centro per l’impiego del luogo dove è ubicata la sede di lavoro la comunicazione in modello UNILAV entro le 24 ore del giorno che precede l’assunzione; la stessa comunicazione andrà fatta anche alla Prefettura.
Nel caso in cui, viceversa, il lavoratore risulti residente all’estero, il datore è tenuto a presentare, sempre per via telematica, la domanda di nulla osta allo Sportello Unico per l’immigrazione della provincia di residenza, o di quella in cui vi è la sede legale dell’impresa, o di quella ove avrà luogo la prestazione di lavoro; dopo aver verificato la conformità della domanda, il datore viene convocato per la consegna del nulla osta dal SUI (Sportello Unico per l’Immigrazione).
La procedura non finisce qui, poichè il lavoratore dovrà successivamente chiedere all’autorità consolare italiana del suo Paese di residenza il rilascio del visto di ingresso ed entro 8 giorni dal suo ingresso nei confini italiani dovrà recarsi presso il SUI per presentare la domanda di permesso di soggiorno e sottoscrivere il relativo contratto di soggiorno.
Infine, dopo aver assunto lavoratori stranieri il datore dovrà preoccuparsi anche di rispettare, nei limiti della compatibilità dell’organizzazione aziendale, le tradizioni e le esigenze dei lavoratori stranieri.
Per esempio, non in tutte le culture la domenica è un giorno di riposo, ed anche le festività ovviamente sono diverse, il che impone alle aziende di prestare attenzione anche a questi aspetti in quanto pienamente tutelati dall’ordinamento giuridico; questi sono comunque solo alcuni degli aspetti che il datore di lavoro deve considerare.
Non a caso, sempre più aziende si rivolgono ad avvocati specializzati in diritto dell’immigrazione al fine di informarsi sulla procedura di assunzione, sulla gestione del personale e su numerosi altri aspetti al fine di non commettere illeciti o reati che vanno dal risarcimento del danno alla sospensione dell’attività, e persino fino alla pena detentiva.
Contatta l’avvocato per richiedere ADESSO una consulenza
Diritti e responsabilità degli immigrati
Allo straniero comunque presente alla frontiera o nel territorio dello Stato sono riconosciuti i diritti fondamentali della persona umana previsti dalle norme di diritto interno, dalle convenzioni internazionali in vigore e dai principi di diritto internazionale generalmente riconosciuti.
Ciò significa dunque che anche agli stranieri, a prescindere dal fatto che la loro presenza sul territorio nazionale sia o meno legittima, sono riconosciuti i diritti fondamentali: più precisamente, è riconosciuto loro il diritto alla vita, diritto alla salute, il diritto d’asilo, alla libertà di manifestazione del pensiero, alla protezione della maternità, della famiglia.
Sotto il profilo del diritto al lavoro, svolge un ruolo importantissimo il richiamo alla Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL) la cui convenzione è stata ratificata dall’Italia e garantisce a tutti i lavoratori stranieri regolarmente soggiornanti nel territorio e alle loro famiglie parità di trattamento e piena uguaglianza di diritti rispetto ai lavoratori italiani.
Tuttavia è bene precisare che la Convenzione citata fa espressamente riferimento ai lavoratori regolarmente soggiornanti nel nostro Paese, e le loro famiglie, conseguentemente ne restano esclusi quelli che, per qualsiasi motivazione, sono irregolari o clandestini.
Al tempo stesso, agli stranieri è imposto l’obbligo di osservare gli obblighi ed i doveri imposti dalla Legge, e ciò significa, che anche gli stranieri hanno le medesime responsabilità che gravano sui cittadini e sono tenuti anch’essi a rispettare ciò che la Legge impone.
È proprio per questo che gli stranieri presenti sul territorio dovrebbero impegnarsi nel conoscere la normativa in vigore, specie quella locale, perchè qualora uno straniero dovesse violare la legge, anche non appositamente, verrebbe comunque sanzionato, a prescindere dal fatto che abbia o meno la cittadinanza.
Inoltre, come già sottolineato, normalmente gli stranieri fanno ingresso nel territorio per finalità ben precise, come ad esempio attraverso il visto per lo studio, visto per il lavoro, visto per cure mediche etc…, ma nel caso in cui tale finalità non dovesse essere rispettata, inevitabilmente andrebbero incontro a delle responsabilità come ad esempio il rimpatrio nel Paese d’origine; lo stesso dicasi ovviamente anche per il caso di permesso di soggiorno scaduto.
Contatta l’avvocato per richiedere ADESSO una consulenza
Considerazioni finali sul diritto dell’immigrazione
Come anticipato, il Diritto dell’Immigrazione è una branca del diritto che ha come scopo quello di tutelare le persone straniere che si trovano nel territorio nazionale, oppure coloro che cercano di varcare i confini nazionali per sfuggire a situazioni di disagio.
Questo complesso eterogeneo di norme, molte delle quali di matrice sovranazionale, regolamenta il fenomeno dell’immigrazione delle persone in tutte le sue sfumature e le conseguenze che derivano dalla sua violazione.
Il diritto dell’immigrazione si occupa non solo della politica di immigrazione, ma anche del periodo di soggiorno degli stranieri in Italia, del loro ingresso, della fase di allontanamento, dell’unità della famiglia e dei minori nonché dell’istruzione, della partecipazione alla vita pubblica e sociale degli stranieri nonché della disciplina dei flussi di lavoro.
Il fenomeno dell’immigrazione, infatti, ha stravolto anche il mondo del lavoro, il quale ormai deve fare i conti con la presenza di milioni di lavoratori stranieri presenti, e questo inevitabilmente assume un ruolo cruciale per il diritto dell’immigrazione aziendale.
Quest’ultimo infatti ha il difficile compito di occuparsi della regolamentazione dei rapporti che intercorrono tra le aziende e gli stranieri nel pieno rispetto di ciò che viene stabilito periodicamente a livello centrale con gli appositi decreti.
Contatta l’avvocato per richiedere ADESSO una consulenza
Come Avvocati per Aziende può aiutarti
Grazie ad Avvocati per Aziende puoi trovare facilmente un avvocato specializzato nel diritto dell’immigrazione a cui chiedere una consulenza dettagliata.
Tutto ciò che occorre fare è semplicemente compilare il modulo ed attendere di essere ricontattati, entro 24 ore, da un avvocato del team.
Quest’ultimo, sulla base delle indicazioni ricevute, effettuerà un’attenta analisi della situazione ed individuerà la soluzione maggiormente in linea con i bisogni del privato o dell’impresa a seconda dei casi.
Avvocati per Aziende permette di avere consulenze legali da esperti del settore su questioni complesse come la fiscalità, la contabilità, la proprietà intellettuale, il diritto del lavoro, il diritto societario, il recupero crediti e tutto ciò che concerne il mondo aziendale.
Contatta l’avvocato per richiedere ADESSO una consulenza
Vuoi una consulenza legale?
Avvocati Per Aziende è una piattaforma che permette a chiunque, in modo veloce e semplice, di trovare un avvocato specializzato.