Diritto aziendale: quando l’avvocato è importante sul lavoro
Nel nostro ordinamento giuridico esistono svariate branche del diritto, ognuna volta a disciplinare determinati settori e determinati fenomeni.
Una delle materie più importanti è sicuramente il diritto dei privati, ovvero, il diritto che regolamenta e disciplina le relazioni ed i rapporti che intercorrono tra i privati.
Da questo complesso di norme derivano altre branche del diritto che, condividendo la maggior parte dei principi che caratterizzano il diritto privato, disciplinano altri aspetti e fenomeni come ad esempio il diritto del lavoro, il diritto societario, il diritto aziendale e così via.
Il diritto aziendale, come il nome stesso suggerisce, disciplina non solo l’esercizio dell’impresa ma anche la protezione del complesso di beni, materiali e non, che gli imprenditori utilizzano per esercitare la propria attività economica.
Senza anticipare ciò che verrà trattato più diffusamente in prosieguo, il diritto aziendale è considerato come un complesso di norme che regolamenta le aziende e le imprese in generale, da ogni punto di vista.
- Indice articolo
- Cos’è il diritto aziendale e cosa lo distingue dal diritto privato
- Le fonti del diritto aziendale
- Organismi di regolamentazione e controllo nel diritto aziendale
- Costituzione e struttura aziendale
- Processo di costituzione di una società
- Tipologie di contratti aziendali
- Come si tutelano la proprietà intellettuale ed i diritti aziendali
- Diritto del lavoro a livello aziendale
- La responsabilità aziendale
- Protezione dei dati aziendali e privacy
- L’importanza del diritto aziendale
- Vuoi una consulenza legale?
Cos’è il diritto aziendale e cosa lo distingue dal diritto privato
Il diritto aziendale rappresenta una branca del diritto privato che regolamenta l’esercizio dell’impresa, sia da parte del singolo che da parte delle società organizzate, e tutto ciò che ruota attorno all’impresa come l’azienda, i marchi, i brevetti, i segreti industriali e così via.
In poche parole, il diritto aziendale, conosciuto anche come diritto privato dell’impresa, disciplina le imprese nei loro rapporti privatistici e nei rapporti instaurati nei confronti degli enti pubblici.
Il focus del diritto aziendale quindi è l’imprenditore, l’azienda, strumento che permette al primo di svolgere la propria attività, la circolazione dell’azienda stessa ed i rapporti che instaura l’imprenditore con i terzi.
Proprio per questo tale branca del diritto gioca un ruolo importantissimo nel contesto imprenditoriale in quanto è finalizzato a garantire certezza e stabilità negli scambi commerciali, regolamenta puntualmente i segni distintivi delle aziende (ditta, marchio, insegna etc.), la circolazione dell’azienda, la successione nei rapporti contrattuali stipulati dalle imprese e molto altro ancora.
È agevole comprendere, dunque, quale sono le differenze che intercorrono tra questa branca del diritto ed il diritto privato, che regolamenta i rapporti intersoggettivi tra privati.
In poche parole, il diritto privato disciplina i rapporti che intercorrono esclusivamente tra privati, persone fisiche o giuridiche; viceversa il diritto aziendale è una branca del diritto privato che tende ad applicare norme particolari del diritto privato stesso a soggetti che rivestono la qualifica giuridica di imprenditore.
Contatta l’avvocato per richiedere ADESSO una consulenza
Le fonti del diritto aziendale
Non esiste un corpus normativo dedicato al diritto aziendale, infatti in dottrina si dice che il diritto aziendale non abbia un’autonomia normativa.
Come anticipato, il diritto aziendale “deriva” dal diritto privato, tant’è che la fonte del diritto aziendale per eccellenza è proprio il Codice Civile, in particolare il libro V, il quale contiene una pluralità di norme fondamentali per questa branca del diritto.
Si pensi ad esempio all’articolo 2082 c.c il quale contiene la nozione di imprenditore, ovvero colui che esercita professionalmente un’attività economica organizzata al fine della produzione o dello scambio di beni o di servizi, o all’articolo 2555 c.c. che enuncia la nozione di azienda, intesa dal legislatore come complesso di beni organizzati dall’imprenditore per l’esercizio dell’attività d’impresa.
Ancora, si pensi agli articoli 2557, 2558, 2559, 2560 c.c. disciplinanti la circolazione dell’azienda e il subingresso nei debiti/crediti aziendali nonché il divieto della concorrenza a favore del disponente, o ancora agli articoli 2569 e seguenti del c.c. in tema di diritti esclusivi, marchi eccetera.
Ovviamente le fonti del diritto aziendale non si esauriscono nel Codice civile, è doveroso citare anche alcune leggi speciali come La Legge Fallimentare (oggi sostituita dal Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza), la quale disciplina le procedure concorsuali; la Legge 287 del 1990 in materia di Antitrust; il Codice della proprietà industriale, il Codice del consumo, il Testo Unico delle leggi in materia bancaria e creditizia e molte altre leggi speciali ancora.
Un’altra fonte importante del diritto aziendale è sicuramente il diritto dell’Unione Europea, ovvero il sistema giudico sovranazionale a livello europeo che opera un interessante lavoro di armonizzazione nei confronti degli ordinamenti giuridici nazionali grazie all’emanazione di appositi atti normativi; si pensi ad esempio ai Regolamenti, alle Direttive ai quali gli Stati membri sono tenuti ad adeguarsi.
Inevitabilmente, questo procedimento di “armonizzazione” ha inciso anche sul diritto aziendale.
Infine, esiste anche un’altra fonte del diritto aziendale, ovvero la consuetudine.
Anch’essa, infatti, rientra nel novero delle fonti del diritto positivo e si concretizza nell’osservanza costante, uniforme e generale di una determinata condotta compiuta dai membri della comunità sociale, con la piena convinzione della sua obbligatorietà.
Contatta l’avvocato per richiedere ADESSO una consulenza
Organismi di regolamentazione e controllo nel diritto aziendale
Quando si parla di organi di controllo delle imprese si fa riferimento agli organi che controllano l’attività delle società.
L’organo di controllo interno è un aspetto organizzativo essenziale per le imprese, infatti le strategie di business devono essere perseguite nel modo corretto, adempiendo gli obblighi normativi vigenti in materia di dati, sicurezza e diritti dei dipendenti.
Prima della riforma organica del diritto societario del 2003, l’organo di controllo nelle società di capitali era solo il collegio sindacale; si trattava di un organo essenziale in tutte le società di capitali, tranne che nella S.r.l. dove veniva previsto solo nei casi indicati dalla Legge.
Dopo la riforma, invece, l’organo di controllo nelle S.r.l. diventa necessario solo nei casi previsti dalla legge, mentre nelle altre società diventa organo meramente facoltativo.
Nelle S.p.a. l’organo di controllo può assumere nomi diversi, infatti il collegio sindacale è necessario solo se la società per azioni adotti il sistema di gestione e controllo tradizionale; viceversa, ove opti per il sistema dualistico, la funzione di controllo è svolta dal consiglio di sorveglianza.
Infine, se la società per azioni opta per il sistema monistico, la funzione di controllo viene svolta dal comitato di controllo sulla gestione.
Per quanto concerne la S.r.l. inoltre, alcuni poteri di controllo sono attribuiti anche ai singoli soci, i quali non partecipano all’amministrazione, che possono in ogni momento consultare i libri sociali ed i documenti amministrativi nonché avere dagli amministratori notizie in ordine all’andamento della gestione.
Con riferimento alle finalità del controllo invece, nelle società di capitali le funzioni dell’organo di controllo riguardano la legalità dell’agire degli organi sociali e la corretta amministrazione della società: insomma, in poche parole l’organo di controllo sorveglia sull’esatta osservanza delle norme di legge nonché dello statuto societario.
Nelle società di persone e nell’impresa individuale invece non c’è un organo di controllo ad hoc, in quanto non si tratta di soggetti con struttura “corporativa”; viceversa, per quanto concerne i controlli contabili, il Codice della crisi d’impresa ha specificato in quali condizioni le aziende devono istituire un organo di controllo contabile: questo è necessario se la società è tenuta alla redazione del bilancio consolidato di conti oppure, aver superato per due esercizi consecutivi 4 milioni di euro di attivo; 4 milioni euro di ricavi oppure 20 dipendenti occupati in media.
Lo scopo della normativa è quello di garantire una corretta gestione finanziaria, valutare lo stato di liquidità dell’impresa e formare le strategie aziendali idonee al perseguimento degli obiettivi prefissati.
Contatta l’avvocato per richiedere ADESSO una consulenza
Costituzione e struttura aziendale
Quando si parla di costituzione delle aziende, in realtà si fa riferimento alle diverse modalità attraverso le quali è possibile far nascere un’impresa.
Infatti, come anticipato, l’azienda non rappresenta l’attività ma solamente il complesso di beni, organizzati dall’imprenditore, per poter svolgere la propria attività d’impresa.
Premesso ciò, nel nostro ordinamento giuridico esistono diversi modi di fare impresa e la distinzione più importante è: impresa individuale e impresa collettiva.
Nel primo caso è un solo soggetto, persona fisica, che esercita professionalmente un’attività economica organizzata al fine di ottenere utili.
Viceversa, quando si parla di impresa collettiva si fa riferimento alle società:
- Società semplice;
- Società in nome collettivo;
- Società in accomandita semplice;
- Società per azioni;
- Società in accomandita per azioni;
- Società a responsabilità limitata;
- Società cooperative
Pertanto, è possibile cogliere delle differenze tra impresa individuale ed impresa collettiva, sia sotto il profilo costitutivo sia sotto il profilo strutturale.
Con riferimento alla costituzione, l’impresa individuale nasce solo se e quando un soggetto esercita effettivamente un’attività economica organizzata al fine di ottenere utili e profitti.
Ciò significa che un soggetto, per poter essere definito imprenditore, deve effettivamente esercitare professionalmente (ovvero con continuità e non sporadicamente) un’attività economica (ovvero un’attività che è idonea a generare profitti), organizzata (ovvero è necessario avere tutti i mezzi per poter svolgere quella determinata attività, come l’azienda appunto).
Lo stesso discorso, almeno per certi aspetti, vale anche per l’impresa collettiva, infatti, anche per le società vale il principio appena citato, ovvero, l’impresa nasce solo se e quando viene svolta professionalmente un’attività economica organizzata al fine di produrre un utile.
Tuttavia, per le società il discorso si fa un po’ più complesso, infatti per costituire determinate società è necessario l’intervento del Notaio, si pensi ad esempio all’atto costitutivo delle S.p.a. ex art. 2328 c.c.; in questo caso senza atto notarile e l’iscrizione dello stesso nel Registro delle Imprese, la persona giudica non può nascere ergo non può esserci nessuna impresa.
Sotto l’aspetto strutturale, invece, l’impresa individuale si distingue da quella collettiva perché l’attività economica è esercitata da un unico soggetto, viceversa in caso di società siamo dinanzi ad un’impresa collettiva, ovvero un ente dietro al quale ci sono più soggetti, ossia i soci.
Tralasciando le forme minime necessarie per poter costruire una società in Italia, è necessario che l’impresa, sia individuale che collettiva, venga iscritta in Camera di commercio in modo da adempiere agli obblighi previsti dalla legge e rendere edotti i terzi dell’esistenza dell’impresa.
Contatta l’avvocato per richiedere ADESSO una consulenza
Processo di costituzione di una società
Il procedimento di costituzione delle società varia a seconda delle diverse tipologie di società presenti all’interno del Codice civile.
Con riferimento alle società di capitali, ovvero Società per azioni, Società a responsabilità limitata e Società in accomandita per azioni, il Notaio è chiamato a redigere il c.d. atto costitutivo contenente la volontà dei singoli soci di costituire una determinata società.
Successivamente, il Notaio è tenuto a depositare tale atto nei termini e nei modi previsti nel Registro delle Imprese.
Oltre alla necessità della c.d. forma notarile dell’atto costitutivo, la legge prevede anche altre “condizioni per la costituzione delle società” come ad esempio la sottoscrizione integrale del capitale sociale (che per le S.p.a ammonta a 50 mila euro, idem per le S.a.p.a mentre per le S.r.l è pari a 10 mila euro), il rispetto degli art. 2342,2343 e 2343ter (le norme si applicano anche alla S.r.l.) c.c. nonché l’esistenza delle autorizzazioni e delle altre condizioni previste dalla legge o dalle leggi speciali per la costituzione della società.
Nelle società di persone, invece, la società semplice è la forma più elementare di società non è soggetta a particolari forme per la sua costituzione, tuttavia, è necessario che l’atto costitutivo sia redatto per iscritto.
Per quanto concerne la costituzione di una Società in nome collettivo, l’atto costitutivo deve essere redatto per atto pubblico ricevuto da Notaio o con scrittura privata autenticata da Notaio e lo stesso vale anche per le Società in accomandita semplice.
Ovviamente anche l’atto costitutivo delle società di persone deve essere depositato presso il Registro delle imprese, così come avviene per le società di capitali.
Contatta l’avvocato per richiedere ADESSO una consulenza
Tipologie di contratti aziendali
Per poter gestire al meglio un’impresa è necessario stipulare una serie di contratti con soggetti terzi.
Si tratta di un aspetto necessario, visto che ogni impresa ha un’organizzazione più o meno complessa per poter svolgere la propria attività economica.
Infatti, ogni impresa necessita di stipulare contratti di fornitura con terzi, si pensi ad esempio alle utenze, materie prime etc.
Ancora, l’imprenditore necessita anche di forza lavoro per poter svolgere la propria attività economica, pertanto gli imprenditori sono tenuti a stipulare anche dei contratti di lavoro con operai al fine di creare un proprio organico di lavoratori.
Inoltre, non è detto che un imprenditore possa acquistare tutti gli elementi che costituiscono la propria azienda, come ad esempio i macchinari o i capannoni, ed in questi casi è possibile stipulare contratti di locazione in modo da ottenere il godimento dei beni senza nessun obbligo d’acquisto degli stessi.
Questi sono solo alcuni dei più classici contratti che normalmente stipulano gli imprenditori, ma in realtà ne esistono di molti altri, come ad esempio i contratti di partnership con imprese terze finalizzate a collaborare nella produzione di prodotti o nell’offerta di servizi in modo da fortificare la propria posizione sul mercato.
Contatta l’avvocato per richiedere ADESSO una consulenza
Come si tutelano la proprietà intellettuale ed i diritti aziendali
La proprietà intellettuale in ambito aziendale ha un doppio valore, da un lato permette di ottenere un ritorno economico collegato allo sfruttamento dei diritti esclusivi di proprietà, dall’altro permette di valorizzare l’esperienza, le capacità nonché la visione dell’azienda, pertanto i diritti di proprietà intellettuale costituiscono per le imprese un importantissimo asset aziendale da coltivare e tutelare nel tempo.
Il valore delle aziende infatti è dato prevalentemente da beni intangibili, come gli asset appunto di proprietà intellettuale come ad esempio il marchio, i brevetti, la ditta, la denominazione sociale, il design, i diritti d’autore e molti altri.
A questo punto potrebbe sorgere spontanea la domanda: come è possibile tutelare questi asset?
Per dare una risposta al quesito è doveroso sottolineare che un’idea non può essere protetta in quanto tale, tuttavia la sua realizzazione può essere protetta attraverso la registrazione del marchio, dal deposito di un brevetto, dalla registrazione dei disegni e modelli, dal diritto d’autore, oppure semplicemente mantenendo il segreto dell’opera stessa.
Infatti, nel nostro ordinamento, ai sensi dell’art. 98 del Codice della proprietà industriale, è tutelato anche il segreto industriale.
Più precisamente, la norma citata tutela sia le informazioni aziendali, sia le esperienze tecnico industriali e commerciali soggette al legittimo controllo del detentore; insomma, il legislatore ha individuato una pluralità di strumenti finalizzati a tutelare la cosiddetta proprietà intellettuale aziendale.
Contatta l’avvocato per richiedere ADESSO una consulenza
Diritto del lavoro a livello aziendale
Come anticipato, qualsiasi imprenditore ha bisogno di lavoratori per poter esercitare al meglio la propria attività economica, anzi rientra certamente nei compiti dell’imprenditore organizzare le energie lavorative dei lavoratori, le quali entrano a far parte dell’organizzazione aziendale.
Ciò significa che ogni impresa è tenuta a stipulare contratti di lavoro per assumere il personale, gestire gli eventuali licenziamenti per giusta causa, giustificato motivo oggettivo o soggettivo etc. e le eventuali controversie che coinvolgono sia l’impresa che i lavoratori.
Ovviamente nei rapporti che intercorrono tra impresa e lavoratori si applica il diritto del lavoro, altra branca del diritto privato che disciplina i rapporti di lavoro.
Con riferimento alla normativa applicabile ai contratti stipulati dalle aziende, essa varia a seconda del tipo di assunzione.
In genere le imprese stipulano contratti di lavoro subordinato con i propri dipendenti in modo da introdurre stabilmente i lavoratori nella propria organizzazione ai sensi dell’art. 2094 del c.c., tuttavia non è raro che le imprese possano stipulare anche contratti di lavoro autonomo ex art. 2222 c.c., di collaborazione esterna etc.
Per quanto concerne i licenziamenti, invece, l’art. 2118 c.c. stabilisce che ciascuno dei contraenti può recedere dal contratto di lavoro a tempo indeterminato.
Nel caso in cui tale diritto di recesso venisse esercitato dal datore di lavoro si parla di “licenziamento” e tale facoltà può essere esercitata dal datore, come anticipato, solo in caso di giusta causa, giustificato motivo soggettivo (licenziamento disciplinare) o di giustificato motivo oggettivo (licenziamento per ragioni economiche).
Inoltre, al fine di garantire al meglio i diritti dei lavoratori, la Legge prevede tutta una serie di forme e procedure per il licenziamento.
In sintesi, la normativa di riferimento, per quanto concerne i requisiti e le modalità, è la Legge n. 604/66, viceversa la normativa di riferimento dei c.d. licenziamenti collettivi è l’art. 24 della Legge 223/91 ed essa si rivolge ai licenziamenti che riguardano non un solo lavoratore bensì una pluralità di lavoratori.
Infine, con riferimento alle controversie lavorative, esiste il c.d. tentativo di conciliazione obbligatorio ai sensi dell’art. 7 della Legge. 604/66 in caso di licenziamento per giustificato motivo oggettivo.
Contatta l’avvocato per richiedere ADESSO una consulenza
La responsabilità aziendale
Le imprese, oltre a svolgere professionalmente un’attività economica organizzata, possono incorrere anche in alcune responsabilità.
Infatti, quando un’impresa cagiona un danno ad un soggetto, ad esempio, è tenuta a risarcire il danno ingiusto; lo stesso dicasi anche per quanto concerne la responsabilità contrattuale derivante da un eventuale inadempimento degli obblighi derivanti dai contratti stipulati.
Ancora, un’altra forma di responsabilità è quella derivante dai prodotti difettosi, poiché in tali casi, il Codice del consumo, ai sensi degli artt. 114-127, prevede che la responsabilità ricada direttamente sul produttore.
Nel caso in cui il produttore non fosse individuabile, invece, è responsabile il fornitore che ha distribuito il prodotto se ha omesso di comunicare al danneggiato l’identità ed il domicilio del produttore o del fornitore.
Infine, per quanto concerne la responsabilità derivante da reati aziendali, ai sensi del Decreto Legislativo 231/2001, il legislatore ha introdotto una responsabilità penale aziendale, ovvero, in capo all’azienda stessa e non già all’individuo.
Ciò significa che il manager risponde personalmente per i reati posti in essere nello svolgimento del proprio mandato, ma i fatti posti in essere dal manager possono riverberarsi anche sull’azienda stessa, chiamata anch’essa a salire sul c.d. banco degli imputati.
Pertanto, accanto all’art.27 della Costituzione, dove è sancito il principio della responsabilità penale personale, il legislatore ha introdotto anche la responsabilità penale aziendale per i reati commessi dagli amministratori che operano nell’azienda stessa.
La società, essendo soggetto giuridico, è suscettibile di essere ritenuta direttamente imputabile del reato commesso dal proprio manager e può esimersi da tale responsabilità solo in tre casi:
- Se all’interno dell’azienda sono stati predisposti dei modelli di organizzazione e di gestione dei rischi idonei a prevenire la commissione dei reati;
- Se il manager ha commesso il reato eludendo fraudolentemente tali modelli di organizzazione e di gestione dei rischi;
- Se non c’è stata omessa o insufficiente vigilanza da parte dell’organismo aziendale interno di controllo.
In genere i principali reati che possono coinvolgere l’azienda, in qualità di persona giuridica distinta da chi agisce in nome e per conto della stessa, sono la truffa, frode informatica, frode, falso in bilancio, ricettazione, riciclaggio, reati ambientali, violazione dei diritti d’autore o delle privative industriali e altri ancora.
Contatta l’avvocato per richiedere ADESSO una consulenza
Protezione dei dati aziendali e privacy
I dati aziendali e la protezione degli stessi sono un aspetto importante nella vita delle aziende, tant’è che il Garante per la Protezione dei Dati Personali (GDPR) ha adottato come slogan: “i tuoi dati sono un tesoro da proteggere insieme” in una delle campagne pubblicitarie effettuate in applicazione del Regolamento UE 679 del 2016.
Tale normativa sovranazionale ha contribuito a rendere la protezione dei dati personali un vero e proprio perno del nostro sistema ordinamentale.
Infatti, ogni azienda ed ogni professionista sono chiamati al rispetto delle disposizioni racchiuse nel Regolamento sopra citato e della normativa nazionale, ovvero il D.lgs. 196/2003 così come modificato dal D.lgs. 101/2018.
Oggi le aziende sono tenute a fare i conti con la raccolta dei dati aziendali, la conservazione nonché il trattamento degli stessi e singole casistiche che devono essere eseguite nel pieno rispetto della normativa sopra citata, in caso contrario si corre il rischio di incorrere in sanzioni piuttosto gravi.
La gestione dei dati personali deve avvenire nel pieno rispetto dell’art. 5 del Regolamento UE 679/2016, pertanto deve essere lecita, corretta, trasparente.
Inoltre, la raccolta dei dati può avvenire solo sulla base di un consenso espresso in modo inequivocabile e liberamente dell’interessato, a cui deve essere rilasciata l’informazione sul trattamento dei dati personali.
Contatta l’avvocato per richiedere ADESSO una consulenza
Diritto del lavoro a livello aziendale
Gestire un’azienda non è una cosa facile, è necessario infatti valutare tantissimi aspetti e spesso ci si trova a fare i conti con questioni e problematiche di grande spessore giuridico:
– Come tutelare i propri segreti aziendali?
– Come gestire i propri dipendenti?
– Come tutelarsi da eventuali responsabilità contrattuali ed extracontrattuali?
– Quali sono i rischi penali derivanti da una determinata condotta?
Queste sono solo alcune delle questioni che un’azienda deve valutare giorno per giorno.
Pertanto, il diritto aziendale gioca un ruolo importantissimo per le imprese di qualsiasi forma e dimensione.
L’osservanza di complesso di norme, infatti, garantisce una gestione corretta e conforme alla Legge della propria azienda.
Ovviamente per poter applicare al meglio le singole norme che compongono il diritto aziendale è necessario avere al proprio fianco un avvocato per aziende specializzato in questo particolare settore.
Rivolgendoti ad Avvocati per Aziende, potrai avere una consulenza dettagliata su ogni questione giuridica che rientra nell’alveo del diritto aziendale, commerciale, societario etc. ed evitare o affrontare al meglio possibili conflitti legali.
Contatta l’avvocato per richiedere ADESSO una consulenza
Vuoi una consulenza legale?
Avvocati per Aziende è una piattaforma che permette a chiunque, in modo veloce e semplice, di trovare un avvocato specializzato.